Viaggiare in Italia

Consigli di viaggio

Torino

Al termine della seconda guerra punica, libera dall'assedio cartaginese, Torino strinse un'alleanza con Roma per ragioni difensive. Il villaggio venne riedificato e gli venne atttribuita la tipica pianta degli accampamenti militari romani. Rettangolare nelle sue linee generali, verso nord est alla confluenza tra Dora e Po doveva adattarsi al percorso sinuoso dei fiumi e all'acquitrino. A nord era delimitato dalle odierne via della Consolata e via Giulio; a est dai Giardini Reali e Palazzo Madama, via Accademia, via Santa Teresa; a sud da via Cernaia e corso Siccardi. Il perimetro totale era di 2960 metri, circa 50 volte più piccolo di quello attuale. Le mura romane erano alte 7 metri e spesse 2. C'erano 4 porte: la Porta Palatina, la Decumana (ora compresa nell'edificio di Palazzo Madama), la Porta Marmorea (tra via San Tommaso e via Santa Teresa), la Porta Pretoria (tra via Garibaldi e via della Consolata). La città era tagliata dalle 2 vie tradizionali: la decumana (attuale via Garibaldi) e il cardo maximus, che univa la Porta Marmorea e la Porta Palatina. Le vie erano strette, ma ben lastricate e fornite di fognature, le abitazioni erano perloppiù a un piano (solo ai patrizi era consentito edificare case su più piani) e un teatro all'aperto, di cui si osservano ancora le vestigia in via XX Settembre, consentiva la rappresentazione di spettacoli per feste e celebrazioni.

Il palio di Verona

L'avvenimento folcloristico più noto di Verona è indubbiamente quello che Dante ci ha tramandato nel quindicesimo canto dell'Inferno, quando ci dice che Ser Brunetto, dannato tra i sodomiti, correndo via a raggiungere gli altri dannati "parve di coloro che corrono a Verona il drappo verde/ per la campagna.". Il drappo verde che tanto impressionò Dante era un "Palio" assegnato al vincitore di una delle corse che tradizionalmente si correvano per la città. La tradizione racconta di Ezzelino da Romano, che vinta l'avversa fazione dei conti di Sanbonifacio, ritornò a Verona, dove il popolo gli tributò festose accoglienze, la prima domenica di quaresima del 1208. In tale occasione, per festeggiare l'evento, si sarebbero corse giostre e tornei e nella stessa occasione si sarebbero istituiti quattro palii: dodici braccia di panno scarlatto per il primo della corsa degli uomini; dodici braccia di panno verde alla prima arrivata nella corsa delle donne; un terzo di pezza di valessio bianco per la corsa degli asini; un quarto di pezza di velluto cremisino per la corsa degli stalloni. La parte della corsa che più esilarava il popolo era il palio delle donne. Questo fece aumentare ancora di più i lazzi e la ferocia degli spettatori ed il sistema non potè a lungo sostenersi, per cui nel 1637 invece delle donne vennero fatte correre delle cavalle, assai più facili da trovare. Altri motivi di allegria erano i "premi" che toccavano ai perdenti. Verso il Cinquecento al cavallo ultimo arrivato veniva dato "due mezzi porci salati buoni". Solo che le due mezzene gli venivano appese al collo ed il suo cavaliere gli doveva far ripercorrere di nuovo il percorso di gara. Durante tale giro, chiunque poteva avventarsi addosso al cavallo e tagliare dalle mezzene un pezzo di lardo. Se cominciò nel 1208, la manifestazione è durata ininterrottamente oltre 500 anni perchè era ben viva nel 1756; quando subì un ulteriore spostamento dall'ultima domenica di carnevale alla prima domenica di maggio.

la battaglia di Perugia

Il Lago Trasimeno nei pressi di Perugia è il quarto in Italia per estensione, con una circonferenza di 45 Km., e comprende tre isole, la Maggiore, la Minore e la Polvese. Le sue acque di colore tenue sono legate ad una grande sconfitta che i Romani subirono nel giugno del 217 a. C., durante la Seconda Guerra Punica, combattuta tra l'esercito di Annibale Barca e quello del console Caio Flaminio Nepote.In quell'occasione Annibale, approfittando della nebbia e della velocità del proprio esercito, sferrò un durissimo attacco all'esercito nemico provocando la morte di ben 16000 soldati romani. Oggi, in ricordo forse di quella battaglia, nei pressi del lago esiste un piccolo paese di nome Ossaia, così chiamato, si dice, per i continui ritrovamenti di ossa fatti nella zona. Un altro comune delle vicinanze, quello di Tuoro, ogni anno rievoca in un grande evento teatrale la sconfitta romana, proponendo un vero e proprio "itinerario annibalico", con grande partecipazione di attori e spettatori. Nel Palazzo Ducale di Castiglione del Lago un'intera sala è dedicata al condottiero cartaginese ed alla battaglia del 217 a. C.

 

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